Siamo in un borgo sul lago di Bracciano. Nella mattina del primo giorno di ottobre splende il sole e l’acqua del lago brilla come se fossimo in piena estate. Stesi come panni ad asciugare, tra le case storiche del paesello ci sono fiocchi rosa. A terra, sull’acciottolato, sulle scale che portano al lungolago e nei pittoreschi angoli del borgo sono posizionate scarpe da donna senza padrone: ogni scarpa rossa ha un nome ed è il nome di ogni donna vittima di femminicidio.

L’evento si chiama Borgo in Rosa, ideato da due vulcaniche ragazze che vivono e lavorano nel paese di Anguillara Sabazia. Elisa Talentino (@lizasun_cucitorocknroll)ha allestito da qualche anno una casa ospitale, un laboratorio di cucito dove ritirarsi per un weekend dedicato alla propria passione, pernottare direttamente a “Casa Liza” ed essere accolte e coccolate da un’ospite meravigliosa (assicurato!). Giosiana Giuliani (@lascattastorie) invece è fotografa, il suo piccolo laboratorio è “un gioiellino”, ama scattare foto che parlano di amore, famiglia, storie e lavori manuali.

Sono due artigiane, sono donne, e sono combattive. L’idea è nata dalla voglia di risvegliare il centro storico, sopito e silente, tingendolo di femminilità. “Le attività del borgo sono storiche, come il negozio di scarpe, o del tutto nuove e artigianali – mi spiega Elisa – e sono tutte gestite da donne”.

Sono tutte donne, infatti, a partecipare al progetto. Nel piazzale un angolo trucco in cui farsi belle grazie all’abilità di una bravissima Michela, una postazione parrucco per farsi fare le trecce da Roxana e uno spazio dedicato ai più piccoli, gestito da Desiré. Per le vie del borgo attività dedicate alla manualità, guidate dalle artigiane del posto: immancabili i workshop di macramè, di ricamo e di tessitura. Spazio anche alle letture, ai contest e ai talk. Nel piazzale del Comune un fitto programma di incontri è stato pensato per animare la giornata godendo della compagnia di donne con esperienze completamente differenti ma accomunate da un unico intento: creare una rete di sicurezza con altre donne. Una rete in cui sentirsi libere di parlare e raccontarsi, in cui trovare appoggio, ristoro e supporto emotivo, una rete in cui vivere serenamente in compagnia delle altre.

Ad iniziare i più piccoli, ma non di certo i meno incisivi. Due portavoce della Rete degli studenti di Bracciano hanno trattato il tema della violenza dentro e fuori dalla scuola e fatto la loro richiesta: “troviamo insieme un modo di combattere gli stereotipi”. Dopo i complimenti per la maturità dimostrata da parte di tutta la piazza, a parlare sono state due donne combattive e gioiose, che hanno raccontato la loro esperienza con due diversi tipologie di tumori femminili, sui quali è bene soffermarsi, fare prevenzione e comunicazione. A stare “Zitto”, qui, deve essere solo il “Cancro”. Luisanda dell’Aria ha chiesto a tutte di leggere il suo libro Abbi cura di te, scaricabile gratuitamente come un normale pdf, che “ha aiutato già undicimila donne a saperne di più sul cancro, a scoprire come toccarsi e conoscere il proprio corpo ai fini di prevenzione”.

Sempre sulla prevenzione, ma di tutt’altro genere, l’intervento di Davide Benanti, che grazie alla sua esperienza sul campo ha dato consigli alle donne su come comportarsi in caso di aggressione, con l’intento di rendere tutte più consapevoli degli strumenti in loro (nostro) possesso per scongiurare il peggio in situazioni di pericolo.

Laura Nacci ha tenuto un dibattito sulla parità di genere nel mondo digitale, per poi, insieme alla sua co-autrice Marta Pettolino Valfré, presentare il libro Che palle sti stereotipi, che indaga i modi di dire che dovrebbero scomparire dalla lingua parlata per una corretta comunicazione senza pregiudizi.

Poi è toccato a noi: Marina Mannucci ha letto il primo di una serie di Racconti di cucito, una raccolta di storie al femminile che si svolgono attorno a un tavolo di cucito, all’interno del laboratorio sartoriale di nonna Enesia (@enesia.la.sarta). Un mix di generazioni differenti che si trovano tutte insieme a confrontarsi sulle lotte delle donne dagli anni ’50 fino ad oggi.

Sabina d’Oro di Pinknoises ha parlato di differenti storie di maternità, da quelle delle madri adottive a quella delle mamme arcobaleno, chiamando in causa una splendida famiglia composta da due mamme, che ha contribuito con un racconto di vita. Il tema della maternità è stato ripreso da Giosiana nella delicatissima ed emozionante mostra fotografica dedicata a tutte le mamme, presente nel Giardino del paese. A concludere la giornata in rosa uno spettacolo musicale a cura di Marta Civica e lo stand up comedy con C’è figa.

Stand, degustazioni, momenti di chiacchiere e aperitivi in rosa hanno formato la cornice perfetta per l’intero pomeriggio.

E così, tra un momento commovente e uno di informazione, tra una storia di risate e una storia che fa storcere il naso al pensiero di quanto ancora c’è da combattere nella società, tante donne si sono trovate insieme. Donne che non si conoscevano eppure si sono conosciute e ri-conosciute, abbracciate e ammirate.

Si va via a fatica da Anguillara dopo un incontro del genere, ma si torna a casa con la consapevolezza che nessuna donna è sola nella sua piccola o grande lotta quotidiana, e che c’è sempre qualcuna che aprirà la sua porta per accogliere qualsiasi amica in difficoltà, per portarla in un mondo in cui il rosa non è solo un colore “da femmine”, ma un colore che parla di amicizia, amore ed empatia.

Marina M. per Giusti Moda Magazine

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