Il tributo di Giusti Tessuti a questi due personaggi straordinari è un breve racconto, ispirato dall’arte e corredato dai tessuti.

Pier Paolo Pasolini ( 5 marzo 1922 – 2 novembre 1975 )

Centouno anni fa nasceva Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, conosciuto come uno dei maggiori intellettuali del Novecento. Una vita fatta di osservazione della realtà. Personaggio radicale, controverso, dai giudizi critici, benvoluto e malvisto al contempo. Autore di numerosi saggi, poesie, canzoni e film, Pasolini visse un’Italia ambigua e in piena trasformazione. Con Maria Callas ebbe un rapporto d’amicizia che molti considerano salvifico: due anime che si sono “legate psichicamente” e non solo artisticamente. A Pasolini sono tributati spettacoli teatrali, eventi e Premi Letterari.

Maria Callas ( 2 dicembre 1923 – 16 settembre 1977 )

Cento anni fa nasceva Maria Anna Cecilia Sofia Kalos, soprano dalla notevole estensione vocale conosciuta al mondo come La Divina. Una vita fatta di teatro, canto, passione, amori infelici, tristezza, solitudine. Travagliata e intensa. I suoi anni d’oro furono tra il 1950 e il ’60, il suo amore più sofferto fu Aristotele Onassis. Amica intima di Pier Paolo Pasolini, è con lui che ha trovato una vita artistica lontana dal suo habitué mondo borghese. Ancora oggi Maria Callas viene ricordata con tributi, spettacoli ed eventi.

Un telefono.

Una macchina da scrivere.

Nello spettacolo “Prima di ogni altro amore” scritto da Sergio Pasesi e interpretato da Gea Rambelli e Stefano Tosoni, Pier Paolo Pasolini e Maria Callas comunicano attraverso lettere e telefonate in un tempo sospeso e dilatato. Parlano da amici, si raccontano di vita quotidiana, solitudine e amori, con una dialettica che passa continuamente dall’essere colloquiale a poetica. Un racconto d’amicizia, una relazione tra esseri soli, un rapporto che esiste Prima di ogni altro amore.

Caro Pier Paolo, ho ricevuto il tuo libro poi la tua cara lettera. Sono infelice per te, ma contenta che ti sei confidato in me. Caro amico, sono infelice che non posso essere vicina in questi momenti difficili per te, c come lo sei stato tu spesso con me. Pier Paolo i libri sanno tanto sì, ma non la dura realtà, e non insegnano quello che io credo e morirò credendo. Cioè che l’uomo solo può fare, di pura volontà, amor proprio ed orgoglio. La realtà è creazione, dignità, non borghesia come dici. Io vivo nella borghesia servendomi di lei perché l’artista ha bisogno di lei. Ma in realtà io vivo sola. Vorrei avere tue notizie. Sono sempre tua caramente con l’amicizia di sempre.

[da una lettera di Maria Callas]

Cara Maria,

stasera, appena finito di lavorare, su quel sentiero di polvere rosa, ho sentito con le mie antenne in te la stessa angoscia che ieri tu con le tue antenne hai sentito in me. Un’angoscia leggera leggera, non più che un’ombra eppure invincibile. Era il sentimento di non essere stata del tutto padrona di te, del tuo corpo, della tua realtà e quindi di aver perduto in parte la tua totale libertà. Questo stringimento al cuore lo proverai spesso durante la nostra opera: e lo sentirò anch’io con te. Ma il cinema è fatto così: bisogna spezzare e frantumare una realtà intera per ricostruirla nella sua verità sintetica e assoluto che la rende poi più intera ancora. Tu sei come una pietra preziosa che viene violentemente frantumata in mille schegge per essere ricostruita in un materiale più duraturo di quello della vita, cioè il materiale della poesia. In questa “visione di Medea” devi avere un po’ di pazienza con me e cavarmi un po’ le parole con la forza.

Ti abbraccio.

[da una lettera di Pier Paolo Pasolini]

Medea

il film – 1969

Scenario: Turchia e Siria, sul fondo delle vallette, sul greto del fiume, grano e file di pioppi e ulivi spinosi, argentei.

Al centro: una figura femminile, coperta da un velo bianco, sotto cui pende un mazzo di collane dorate, grossissime, che mandano un suono opaco come i campanacci delle mandrie. Penzolano su una “pazienza” azzurra listata d’argento, sotto una grande sottana.

“Ho pensato subito a Medea sapendo che il personaggio sarebbe stato Maria Callas. Questa barbarie sprofondata dentro di lei, che viene fuori dai suoi occhi, sarebbe un po’ la vita della Callas. Lei viene da un mondo contadino greco, agrario, e poi si è educata per una civiltà borghese”[dagli appunti di Pasolini].

Maria Callas ha interpretato la Medea di Luigi Cherubini sulle scene dei teatri di tutto il mondo e aveva sempre rifiutato di partecipare ad una trasposizione cinematografica. Finché non ha incontrato Pasolini.

Storia diversa per gente normale

Storia comune per gente speciale

Cos’altro vi serve da queste vite

Ora che il cielo al centro le ha colpite

Ora che il cielo ai bordi le ha scolpite

Una storia sbagliata – Fabrizio De André

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