“Quando Michelangelo nel 1512 completó il noto affresco le mani di Dio e Adamo si toccavano. Dice un teologo gesuita: “I cardinali che videro l’opera completata da Michelangelo nel 1512, gli dissero di rifarla cambiando un dettaglio. Il dito di Dio doveva restare teso al massimo, mentre quello di Adamo piegato nell’ultima falange, così da evitare il contatto. Il motivo? Adamo deve essere libero di accettare o meno la mano di Dio nella sua vita, infatti solo tendendo l’ultima falange potrà toccarlo, altrimenti passerà la vita senza cercarlo”. L’ultima falange rappresenta il libero arbitrio.



Sulla base di questa curiosità artistica, noi interpretiamo il dettaglio di questo capolavoro così: dare gli strumenti all’altro per arrivare a un fine, così come Dio diede gli strumenti ad Adamo per agire secondo il suo volere e decidere cosa fare nella sua vita.

I nostri strumenti sono forbici, ago e filo, un metro da sarta. Tendere la mano per noi racchiude tre azioni: lavorare insieme, tramandare e aiutare.



Lavorare insieme, ovvero cucire. Usare ago e filo insieme è uno dei gesti più naturali che esistano per chi è cresciuto con la nonna in sartoria. Nel laboratorio, o meglio nella stanza di casa adibita al cucito, abbiamo vissuto un susseguirsi infinito di imbastiture che univano insieme tessuti e contemporaneamente tenevano stretto il nostro rapporto. Questi strumenti sono serviti a tenere insieme una relazione importante, quella tra madre e figlia, nonna e nipote; cucire insieme equivale per noi ad aprirsi all’altro e costruire un rapporto intimo. Ed è per questo che la seconda azione che ci viene in mente pensando a La Genesi è quella di tramandare.
Tramandare, che sta per insegnare agli altri ciò che a noi è stato tramandato dalla nonna. Avere la fortuna di crescere in un ambiente in cui una sarta esperta dona senza limiti la sua sapienza è un privilegio da non sottovalutare, e così come lei non ha avuto nessuna remora nel rispondere alle nostre curiose domande, neanche noi vogliamo averne. Tramandare senza tenere per sé alcun segreto è un atto d’amore che facciamo senza sacrificio. Abbiamo scoperto che non ci si deve porre limiti di sesso o età, si può insegnare ai bambini così come agli adulti, alle donne così come agli uomini. La savia nonna ci ha insegnato i trucchi per fare, e fare bene, e noi vogliamo condividerli.

E tutto ci porta alla terza azione: aiutare. Aiutare vuol dire dare consigli, guidare qualcuno in un percorso personale di approfondimento, nel concreto significa prendere le misure a qualcuno o per qualcuno, renderlo felice con la realizzazione di un desiderio: un cuscino, una tenda o una tovaglia; un abito su misura, un accessorio, un pantalone… qualsiasi cosa che possiamo fare per l’altro, la mettiamo in pratica.

Nel nostro piccolo cerchiamo di fare tutto ciò, perché come ci insegnano quelle dita tese l’una verso l’altra, condividere è il primo passo per La Creazione.

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