Viviamo velocemente al limite dell’usa e getta.

Usiamo e gettiamo piatti, bicchieri, imballaggi per alimenti, incarti dei regali, buste della spesa.

83157995 10216506956012057 335321226513743872 n 1 Uso e getto oggetti ed emozioni. È ora di tornare al tessuto e gettare la plastica.

Se questa tendenza ci ha portati a migliorare alcuni aspetti della nostra vita che altrimenti avremmo trascurato per mancanza di tempo (l’essere multitasking, la carriera, le relazioni), molti ne hanno risentito. Primo tra tutti la qualità.

Avere la mentalità dell’usa e getta non influisce negativamente solo sull’ambiente, che si ritrova sommerso di rifiuti extra, ma anche sulla qualità della nostra vita. Aprire un contenitore, usare l’oggetto e gettarlo dopo l’uso significa non prendersi cura di ciò che si sta usando e tantomeno di cosa si sta facendo; questa tendenza a lungo andare impatta negativamente anche sul nostro modo di pensare alle cose.

Vedere le cose solo come “cose” e non come bene prezioso influisce sul lato sensibile della persona. Contrastare questa abbrutente abitudine è un dovere verso di noi e verso l’habitat in cui viviamo.

Cominciamo usando meno plastica e scopriremo un mondo fatto di fibre utilizzabili più volte, alle quali possiamo anche affezionarci. La controtendenza del momento sposa l’uso di fibre tessili in situazioni che fino a qualche anno fa prevedevano proprio i tessuti. Un esempio? Le borse della spesa degli anni Cinquanta erano di tessuto, gli incarti del pane erano tovaglioli, gli assorbenti erano panni di cotone e lino.

Oggi si cerca di recuperare questo buon costume.

Per ciò che concerne la cura della persona si sopperisce alla plastica con dischetti struccanti di spugna e cotone, pannoloni lavabili per neonati e pannolini mestruali in tessuto, lo spazzolino in bambù e la spugna di mare al posto di quella sintetica. In cucina vengono sostituite le pellicole in cellophane con buste di stoffa; il tovagliolo di carta con quello in tessuto; la tovaglia di carta plasticata non è la più gettonata e lascia spazio alle belle tovaglie di cotone, pulite e stirate di fresco.

Riprendere la consuetudine di investire in qualcosa di più durevole dei materiali usa e getta è un bene per tutti. L’ambiente ne trae giovamento concreto e per noi è un toccasana emotivo: non è infatti più personale avere come compagno dei pasti il tovagliolo con ricamato il proprio nome che un misero tovagliolo di carta, gettato via appena terminato il pranzo?

M.M.

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