Quella mattina, complice il caldo invadente di agosto, il Signor Otto decise di sovvertire alle sue abitudini da bar e di correre in spiaggia a fini ritempranti.
Incontrò una coppia che proprio come lui passeggiava verso la spiaggia.
Lei dall’aria aristocratica, dalla silhouette invidiabile e dai modi altolocati.
Lui dall’aspetto trascurato, spettinato.
Otto sentì provenire da sotto gli ombrelloni il brusio un chiacchiericcio popolano e buzzurro, volutamente innalzato dal suo solito volume sommesso, proprio per essere captato dall’interessato. Epiteti dispregiativi verso il Lui della coppia, qualcuno lo chiamò “straccetto”, e di apprezzamento nei confronti della Lei.
Si lamentavano della presenza in spiaggia di “tipi come lui”. E al fine di tutto quel ciangottio, nessuno argomentò con una tesi valida la propria opinione.
Lei proveniva da una famiglia della media borghesia che l’aveva trattata sempre come una regina: cibo di prima qualità, trucco e parrucco ogni mese, passeggiate e uscite in società.
Lui veniva dalla strada, si era salvato da un annegamento; non aveva mai trovato un motivo, né sapeva cos’aveva sbagliato, ma nessuno sin dalla nascita lo aveva apprezzato.
Lei era un border collie con pedigree.
Lui un meticcio.
Era una questione di razze.
Eppure erano entrambi cani, entrambi con lo stesso diritto di stare in spiaggia. O con lo stesso divieto di starci. Ad ogni modo per legge dovevano essere trattati allo stesso modo.
Otto si avviò lemme verso l’acqua del mare, si immerse. Sott’acqua nessuna lamentela gli arrivava all’orecchio.
“esprimo dal profondo del cuore la speranza che tutti noi – potenti e umili, ricchi e poveri, ammirati e disprezzati, amati e odiati, civilizzati e selvaggi – possiamo ritrovarci insieme un giorno in un paradiso di eterno riposo, di pace e di serenità… fatta eccezione per l’inventore del telefono”
Mark Twain, New York Times
Un accaldato
Otto Von Fuestenberg