La casa di Rosalba e Fiorenzo, in cui vivono coi figli e i nipotini, è una miniera d’oro di antiquariato. Una casa eclettica si riconosce dal corretto assemblaggio di stili eterogenei, ed è proprio questo il caso.
IL LEGNO. Il marrone del legno massiccio e il brunito del pavimento sono i colori dominanti di un arredamento retrò di gran classe. Rosalba e suo marito hanno seguito il loro gusto raffinato per tutto ciò che è antico, e questo li ha portati a visitare negozi e fiere d’antiquariato artistico locale e internazionale. La prestigiosa sala da pranzo firmata Argudo Navarro ha più di quarant’anni ed è composta da un tavolo rettangolare in legno intarsiato e robuste sedie in cuoio dal tocco gotico. La vecchia credenza spagnola a cassettoni contiene una miriade di libri antichi, tra i quali spunta un dizionario della lingua italiana di fine Ottocento, affascinante quanto prezioso reperto familiare.
I VIAGGI. Mi raccontano di una vita di ricerca, tra mobili spagnoli, indiani e ricordi di vacanze. A tal proposito Rosalba ricorda un viaggio in Kenya: “Durante un’escursione in barca ci siamo ritrovati in bassa marea, così siamo scesi e abbiamo grigliato il pranzo, lì sull’enorme bagnasciuga al posto del mare. Di lì a poco alcuni ragazzi locali ci hanno mostrato una piccola imbarcazione piena di manufatti artigianali. Non abbiamo resistito e abbiamo comprato una grande maschera in legno a ricordo di quel momento”. L’acquisto di maschere di artigianato africano era solo all’inizio e ora alcune pareti del salone sono ricche di maschere e statue. Un’altra passione ingloba invece le lampade a olio. Ce ne sono di ogni tipo appoggiate su mensole o sopra i grandi scaffali in corridoio e in soggiorno, basta immaginarle accese per vivere la magia di un luogo lontano, tra le luci soffuse di una famiglia d’altri tempi.
L’ORIENTE. Nelle sale da bagno e nelle camere acquisiscono un posto di valore i cassettoni e i mobiletti di stampo indiano, dai colori vivaci e dai disegni pittorici delicati. Uno di questi raffigura una scena matrimoniale tra due innamorati indiani, e quale posto sarebbe stato più affascinante di questo per trasformarlo in fasciatoio per i piccoli di casa.
PRESTIGIO. Il prestigio si nota in quattro cose. 1- Tappeti del Turkestan, dell’Afghanistan, dell’Iran con motivi ornamentali su lana york e seta naturale. 2- Una ottomana in legno massiccio, rivestita e restaurata, prende possesso del salone. 3- I lampadari di tutta la casa sono rigorosamente Tiffany, lucenti e colorati. 4- Porte di antichi palazzi fermani fungono da ante per armadi a muro in corridoio.
ARTE. Alcuni dei quadri alle pareti portano il cognome di famiglia e raccontano di una vena artistica familiare. Italia, una zia, firma uno dei quadri e apprendo essere stata una delle modelle di Guttuso. La musica, altra componente che accomuna tutta la famiglia, è presente ovunque: spartiti, strumenti d’epoca custoditi gelosamente e strumenti usati quotidianamente.
Uscendo di casa mi rendo conto che quella che ho artisticamente deciso di chiamare Casa Rembrandt mi ha lasciato un’idea ben definita di accoglienza regale, decoro e arte, che ben si miscelano con la vita quotidiana: il vissuto storico della coppia e la vivacità del presente, che i bambini della casa rendono autentica.
Marina Mannucci