Le riviste di attualità come “Amica” sono delle importantissime fonti storiche. Non solo sono dei preziosi archivi di moda che testimoniano l’evoluzione degli stili negli ultimi decenni, ma sono anche in tutto e per tutto lo specchio della società. Sono perciò utili per ripercorrere tematiche importanti come l’emancipazione della donna e per analizzare le molteplici trasformazioni politiche-economiche avvenute negli ultimi anni.

Il genere di pubblicità che troviamo all’interno della rivista, tanto quanto gli articoli, è importante per analizzare il ruolo della donna all’interno della società.

Da questo punto di vista possiamo notare che la rivista del 1964 ci mostra una donna moderna che lavora, guida, va al mare non avendo paura di mostrarsi e che si prende cura del proprio corpo.

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Pubblicità di Amica 1964 (crema depilatoria Veet)

“voi non potete più trascurare, specialmente ora che è estate, il problema dei peli superflui sulle gambe e sotto le ascelle! Con la loro imbarazzante presenza vi impediscono di apparire moderna e disinvolta”

Tuttavia, nonostante queste pubblicità descrivano una donna emancipata, evoluta rispetto al passato, molte altre pubblicità ci descrivono ancora una donna che è prima di tutto moglie e madre, che si occupa della casa e dei bambini.

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Pubblicità amica 1964 (prodotti per le pulizie)

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Pubblicità amica 1964 (prodotti per neonati)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Siamo negli anni ’60 e la strada per la completa emancipazione della donna è ancora tutta in salita!

E poi se è vero che la donna dedica molto tempo alla cura del suo corpo e del suo aspetto, è vero anche che non lo fa per piacersi, ma per piacere all’uomo, come indica lo slogan della pubblicità a pagina 10 <<fra un istante lui ti guarderà>> e come afferma anche Mimmina Quirico nella sua inchiesta a pagina 32 <<come ben si sa – le donne si vestono, si truccano e si fanno belle soprattutto per piacere maggiormente agli uomini>>; quindi, proprio per far sapere alle donne qual è l’ideale di bellezza femminile secondo l’altro sesso e per dare consigli su come comportarsi a riguardo, vengono intervistati dieci uomini dello spettacolo. Questo articolo mette anche in mostra quanto l’ideale di bellezza femminile sia cambiato negli anni. Dall’inchiesta si rileva che gli uomini preferiscono le donne poco abbronzate, con un trucco molto leggero, vestite con raffinatezza e mai con i pantaloni; ma soprattutto la donna in spiaggia non in bikini!

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Inchiesta di Mimmina Quirico “La donna d’estate ci piace così”

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Pubblicità amica 1964 (lacca per capelli)
“fra un istante lui ti guarderà”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se negli anni ’60 si preferiva la donna dalla carnagione chiara e col costume intero, basta dare uno sguardo alla modella in topless e dall’abbronzatura dorata, che domina la copertina della rivista del 1983, per capire quanto i canoni estetici siano cambiati.

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Articolo di amica 1983 “Oro sulla pelle”

Negli anni ’80 non è cambiato solo l’ideale di bellezza femminile, ma anche il ruolo della donna nella società e anche in questo caso ce lo dimostrano pubblicità e articoli.

Sono diminuite le pubblicità inerenti ai prodotti per la casa e per bambini, molto gettonate sono le pubblicità di costumi e di moda, tuttavia le più numerose sono quelle di igiene e bellezza. Infine tra creme depilatorie e autoabbronzanti spuntano due pubblicità che trattano di politica.

Nella rivista, oltre alle pubblicità ci sono numerosi articoli che confermano questa doppia tendenza: l’ossessione per la cura del corpo e per la bellezza estetica da un lato, e la rilevanza dei temi socio-politici dall’altro. Siamo agli inizi degli anni ’80 e la società è fortemente divisa in due: da un lato permane una forte sensibilità politica e sociale, derivante dalle rivoluzioni giovanili e femministe degli anni ’70, ma dall’altro assistiamo al cosiddetto riflusso nel privato: si svuotano le piazze e si affollano palestre e discoteche. Ad esempio, la diva del cinema Domiziana Giordana dichiara: <<la politica la seguo ma non sono iscritta a un partito. Nel ’68 ci sono stati degli ideali: adesso non più>>.

Di tutt’altro avviso è Giulia Borgese, <<una delle donne senza tessera le quali hanno deciso di partecipare alla corrida politica>>, che dichiara: <<comunque vada, giudico questa esperienza di candidata positiva, se non altro perché è un contributo alla battaglia contro le schede bianche, contro il disimpegno, contro la campagna che tenta davvero di accrescere il distacco tra la gente e la politica>>.

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Articoli di Amica 1983 (confronto tra Domiziana Giordani e Giulia Borgese)

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Articoli di Amica 1983 (confronto tra Domiziana Giordani e Giulia Borgese)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da pagina 8 a pagina 19, inizia una serie di immagini che raffigura donne semi-nude, abbronzatissime, magre e toniche: vengono illustrati i prodotti da usare per <<diventare nere in fretta>> e esercizi per gambe snelle e senza cellulite. Se infatti negli anni ’60 compaiono le prime minigonne, sono solo gli anni ’80 che liberano le gambe dalla costrizione delle calze <<scoperte dalla moda delle mini e degli spacchi e private dal velo donante delle calze, le gambe vivono in questo momento la loro stagione>>.

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Articolo di Amica 1983 “Scoprile”

Molto sensibile al tema della bellezza e della cura del corpo è anche la cantante Marcella Bella che afferma: <<la bellezza è un modo di vivere i nostri tempi, visto che siamo così dominati e condizionati dall’immagine e tutto ci richiama a un ideale estetico estremamente piacevole. La pubblicità, la televisione, il cinema, i giornali presentano donne e uomini bellissimi, e con simili modelli sempre davanti agli occhi non puoi guardarti allo specchio e far finta di niente>>.

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Articolo di Amica 1983 “Bella oh Bella”

Anche se i temi sono cambiati, in relazione al contesto storico, ed è cambiato il modo di approcciarsi al mondo femminile, in relazione al ruolo che la donna ha avuto nel corso degli anni, tuttavia il modo di approcciarsi alle grandi tematiche sociali non è cambiato, è rimasto ambiguo e ambivalente. Nella rivista degli anni ’60 troviamo la coesistenza della “donna angelo del focolare” e della “donna moderna”, in quella degli anni ’80 troviamo la coesistenza della “donna politicizzata” e della “donna tutta sport e bellezza”. Questo testimonia il fatto che Amica, per quanto possibile, cerca di non prendere parti: non da giudizi e non esclude nessuna tematica di attualità. È una rivista che si rivolge, e vuole rivolgersi, a tutte le donne, di qualsiasi ideologia, e tenta di non scontentare nessuno.

Claudia Mecozzi

 

 

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