Vivere il proprio tempo equivale ad adeguarsi alla repentina sostituzione di una parola sull’altra. Sappiamo che il politically correct obbliga a usare nuovi termini al posto dei vecchi, i quali risultano non solo inappropriati ma addirittura decaduti. La moda non sfugge a tale dogma, e di fatti ci troviamo sempre di fronte a un linguaggio che ci sembra sconosciuto, almeno finché non confermiamo il suo equivalente

Vediamo qualche termine entrato a far parte dell’uso comune da qualche anno.

L’outfit non è altro che il consueto abbinamento di capi ai fini di ottenere un cromatismo impeccabile: alias il vecchio completo.

Il dress code è letteralmente il codice d’abbigliamento, ovvero l’abito adeguato ad una precisa occasione. Un esempio: “per il loro matrimonio, gli sposi preferiscono un dress code incentrato sul colore giallo”, oppure “dress code per la serata di gala: smoking per lui, lungo per lei”.

L’aggettivo curvy si riferisce a una taglia comoda. Una ragazza tonda, dalle curve morbide è ora definita curvy.

Se ancora vi trovate in difficoltà di fronte a scritte quali A/W o S/S sappiate che si riferiscono alla collezione di moda di, rispettivamente, autunno inverno (autumn/winter) e primavera estate (spring/summer).

Il termine flatshoes ci aiuta a giustificare le scarpe basse che indossiamo il venerdì sera dopo una settimana di lavoro. In effetti dire “indosso flatshoes” al posto di sandali o ballerine ci fa sentire più glamour e sicuramente meno giudicate.

Aggiornamenti su altre terminologie a breve!

Marina Mannucci

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