Ocra, rosso intenso, rosso india, bordeaux, arancione caldo. Vi presento l’autunno 2015 dei grandi stilisti e del pronto moda. Ogni indumento si colora di toni caldi e aridi.
L’associazione coi colori della terra, delle foglie di faggio e dei boschi appenninici è fin troppo semplicistica, qui si sta parlando di tinte spirituali che s’innalzano al di là della natura.
Sono colori che partono dal tetto del mondo: il Tibet. Ricordano l’asprezza dei paesaggi tibetani, le primordiali tinture per tessuto, polveri rosse in grandi sacche di juta, così come ricordano la terracotta e l’aridità del deserto.
Sono i colori della semplicità e al contempo della sontuosa grazia del Kesa, il tradizionale abito dei monaci buddhisti. Tratto dall’illuminante libro Il Terzo Occhio di T. Lobsang Rampa: “I monaci portano le vesti rosse dell’Ordine, vi sono molte sfumature di rosso, dovute al modo con il quale vengono tinti i tessuti di lana. Marrone o color mattone, le vesti sono sempre “rosse”. Certi monaci di rango elevato portano giubbetti dorati senza maniche sulle rosse vesti. Alcuni monaci, o alti lama, addetti al servizio personale del Dalai Lama, sono autorizzati a indossare vesti dorate su quelle comuni, rosse.”
E per questo sono tinte quasi sacre, che devono imporci uno stato di benessere e di pace, anche qui, anche in una città caotica mentre attraversiamo la strada sotto un cielo grigio e siamo sferzati da un vento freddo; questi colori di una cultura dell’armonia, forti in contrasto col pallore dei nostri abituali indumenti invernali, sono il toccasana di cui abbiamo bisogno in autunno per essere umili e felici.
“L’oro è il colore del Tibet ed è anche il colore ufficiale del Dalai Lama”
Marina Mannucci