Biumor, nato da una collaborazione tra la Biennale dell’Umorismo e Popsophia, ha proposto per questa edizione il tema “Morire dal ridere”. Moltissimi artisti hanno partecipato con vignette umoristiche sulla morte, sottolineando l’importanza della risata come soluzione a molti dei quotidiani e insoluti problemi dell’uomo da sempre.

Alcuni si sono soffermati sul generico pericolo che corrono i satirici di tutto il mondo, con particolare attenzione al recente attentato alla sede di Charlie Hebdo; altri hanno preso in giro la morte in toto, rendendola impotente di fronte al sorriso di chi si burla dell’inevitabile fine di tutto.

Il primo premio al belga Constantin Sunnerberg e alla sua opera Rainy Day, in cui piovono dal cielo clown sorridenti, non toglie la menzione speciale a Tiziana Salé e al suo Killer Kit, col quale solletica fino alla “morte”, o fino alla resurrezione, un Cristo di indubbia ispirazione Mantegnana.

L’altra sezione, il premio “Luigi Mari” dedicato alla caricatura di personaggi celebri, ha proclamato vincitore Elvis Corrales Rodriguez da Cuba con l’opera B.B. King.

Una sala ha accolto “Cogli l’attimo, omaggio a Lalla Romano” del fotografo Maurizio Galimberti che, col suo occhio attento e scrupoloso, riprende i dettagli della storia di una scrittrice contemporanea in un pomeriggio passato con lei nella sua casa.

Il Castello della Rancia di Tolentino che fa da sfondo a questa esposizione, ospita anche la mostra permanente in onore ai 30 anni di attività della Compagnia della Rancia, così ben allestita che ti sembra di essere a metà tra un trovarobe nel retroscena e attore con loro sul palcoscenico.

È affascinante passeggiare tra scenografie e costumi di scena, soffermarsi a osservare i manifesti degli spettacoli e allo stesso tempo immaginare quanto lavoro ci sia dietro le quinte, tra intuizione e ricerca, tra impegno e passione.

 

L’occasione è da incentivo per visitare il Museo Archeologico permanente e, perché no, anche per una passeggiata su e giù per le strette scale a chiocciola fino ad arrivare alla torre più alta del Castello, da cui, sinceramente, si gode di uno splendido panorama.

Marina Mannucci

 

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