6975 10201804763306428 683627617 n1 Che ci metto in vetrina?

Chiunque abbia un negozio ha l’obbligo di presentare il proprio prodotto nel modo migliore possibile ai fini di mostrarlo ad un pubblico sempre più attento ed esigente. Per  soddisfare questa necessità sono nate le vetrine. Quand’è che una vetrina ci colpisce? Cosa deve esserci? Non che questo sia un corso da vetrinista, ma solo qualche consiglio.

Per fare una buona vetrina è necessario avere anzitutto buon gusto. Abbinare bene i colori, riuscire a mettere in evidenza il prodotto principale e farlo spiccare sono le priorità.

È importante creare una suggestione visiva agli occhi dei passanti, riuscire a sottolineare la bellezza di ciò che vendiamo e la sua importanza nella quotidianità. Un bel vestito deve essere ben posizionato al centro dello spazio così come un set da tè va sopra una bella tovaglia di lino; una nuova confezione di caffè in una credenza d’epoca restaurata, un tessuto in pizzo sta bene in trasparenza sul manichino, e così via.

Mi sento di consigliare di non risparmiare in ricerca di oggetti d’arredo che fanno da scenografia. Mercatini, case antiche, bauli che abbiamo in garage, statue prese in prestito e via dicendo. Cercare ovunque, e dare nuova vita agli oggetti. Spendere il giusto, non esagerare ma non essere avari. Una buona vetrina è anche frutto dell’impegno scenografico che c’è dietro. E se in giro non troviamo ciò che cerchiamo, dobbiamo crearlo. La creatività non deve mancare: disegnare fondali, architettare un ambiente confortante, inventare personaggi, costruire pupazzi.

Cosa da non fare mai: mettere la natura morta in vetrina. Fiori freschi, balle di fieno, foglie di palma. Per quanto suggestivi questi elementi potrebbero essere dannosi per l’habitat che possono creare.

La prova del nove che hai fatto una grande vetrina ce l’hai quando persone sconosciute entrano in negozio un lunedì pomeriggio solo per dirti “complimenti per le vetrine! Passo sempre di domenica e non ho occasione di dirvelo”. Oppure quando alle undici di sera una signora parcheggia, scende dall’auto, guarda e riguarda le vetrine, sorride, rientra in auto e se ne va.

Marina Mannucci

 

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