Entrare nella sartoria “Fuori dal coro” è entrare in un’oasi di pace. L’atmosfera è calma, il locale è pulito e fresco, e si snoda in tre ambienti: all’ingresso, ci accoglie un manichino che indossa una delle creazioni di Annamaria, poi c’è la sala d’attesa, in cui si svolgono i colloqui con le clienti, e infine la sala creazioni, nascosta da una tendina, in cui chissà quanti ritagli, aghi, forbici ci sono.
Annamaria Adinolfi mi racconta un po’ la sua storia. Ci vuole una grande passione per perseguire un sogno, e lei il sogno ce l’aveva fin da bambina, quando disegnava schizzi per un giornalino di moda, nato per scherzo tra amiche. Durante il periodo scolastico passava il tempo libero a prendere pratica del mestiere da una sarta professionista, per poi decidere di iscriversi ad una scuola professionale, l’Istituto Callegari.
Il perfezionamento delle tecniche dello sviluppo di modelli e taglie l’ha acquisito durante gli anni della gavetta, in cui ha lavorato in varie aziende, sia a livello industriale che sartoriale. Dopo un’esperienza a Hong Kong, in cui lavorò per la realizzazione di prodotti d’abbigliamento femminili, aprì la sua attività in Italia, la sartoria Fuori dal coro, nel 1996. Qui ognuna può trovare un capo su misura, per qualsiasi occasione.
Allora fingiamo che io sia una prossima sposa, e le chiedo “Buongiorno, vorrei un abito da sposa su misura, come si fa?”
Annamaria mi spiega le fasi di progettazione dell’abito:
- Si sondano i gusti della cliente per prima cosa, aiutandola nella scelta del modello più idoneo alla sua struttura fisica
- Si sfoglia qualche rivista per avere un’idea
- Le si fa qualche schizzo dell’abito
- Si sceglie il tessuto
- Si inizia la lavorazione che finirà dopo una o due prove
“Quanto tempo impieghi per realizzare un abito da sposa?”
Con la risposta di Annamaria posso tranquillizzare tutte le spose in preda al panico da tempi stretti: “Dalla progettazione alla consegna passeranno al massimo un paio di mesi”, per cui, care spose, niente ansia e preoccupazione, oltre a non avere tempi lunghi, la sarta pensa anche a modellare l’abito sul vostro personalissimo fisico.
“Cuci mai per uomo?”
“Mi capita un cliente inglese che viene ogni anno, si fa cucire giacche e coat, ma la mia specializzazione è sull’abbigliamento da donna”.
“Progetti?”
“Dopo il Carnevale ricomincia la stagione dei matrimoni, per cui farò una bella vetrina da sposa e mi proietterò sul bianco e sul pizzo!”.
Così ci salutiamo, Annamaria ha già un cliente che l’aspetta, e me ne vado pensando a un abito che si crea e una storia che comincia, lì, dietro la macchina da cucire.
Marina Mannucci