1 novembre 1851. Sullo “Scientific American” si elogia la rivoluzionaria invenzione di Isaac Merrit Singer, la macchina da cucire. Tutti conosciamo la Singer come una istituzione tra le marche di macchine da cucire, ma non sappiamo chi era il suo inventore e da dove sarà mai venuto il concepimento di questo marchingegno.
Si narra che Isaac Singer lasciò la sua famiglia molto presto, e all’età di dodici anni lavorava già precariamente come tornitore e macchinista in un teatro. Dopo essersi sposato e risposato con un totale di 24 figli, trovò lavoro in una officina di Boston, in cui si fabbricavano macchine da cucire di buona fattura ma di non sempre buon funzionamento. Singer mise a disposizione le sue conoscenze tecniche per migliorare tali macchine, da uno dei suoi racconti si evince come sia nato il suo primo modello: “Era il 1850 e, giusto in quell’epoca, avevo ottenuto il brevetto per una macchina da cucire e credo sia stato proprio Phelps che mi fece osservare che se fossi riuscito a costruirne una più pratica, mi sarei procacciata una fortuna. […] Allora mi posi all’opera, lavorando giorno e notte, dormendo solo 3 o 4 ore sulle 24 e mangiando una sola volta al giorno, poiché sapevo che la macchina doveva compiersi con i 40 dollari oppure smettere di costruirla. In capo ad undici giorni essa era compiuta.”
E aggiunge: “La sera, verso le nove, riuniteli tutti i pezzi, la provammo. Ahimè essa non cuciva! Ziebek ed io, scoraggiati, partimmo per tornarcene a casa, e per strada ci sedemmo su una catasta di sassi. Discorrendo, Ziebek mi fece osservare che le maglie aperte del filo rimanevano al di sotto della stoffa. Ciò mi ricordò che avevamo dimenticato di aggiustare la tensione del filo. Tornammo indietro e provammo la macchina che questa volta cucì cinque punti perfettamente, poi il filo si spezzo. Ciò però bastava”.
È il 1851 l’anno in cui Singer realizzò il prototipo di un modello veramente pratico, e l’anno successivo concretizzò la macchina a pedale montata su un tavolino con basamento in fusione di ghisa. Eccola qui la macchina che tutti conosciamo come la Singer.
Sebastiano Di Rienzo, nel suo libro illustrato “Macchine per la moda dalla preistoria al Novecento”, sottolinea che “Singer ebbe il grande merito sia di trovare la disposizione meccanica più conveniente e che in sostanza non è stata più modificata, sia per la lungimiranza della sua rete di propaganda e di distribuzione che, oltretutto, ritirava ogni macchina vecchia pagandola 50 dollari in sostituzione di una Singer, facendola pagare anche a rate”.
Oltre ai grandi nomi conosciuti, come Singer appunto, e Michael Pfaff, è d’obbligo ricordare i moltissimi tecnici che si sono susseguiti negli anni a migliorare i modelli già esistenti: dal 1890 al 1900 si è pensato a perfezionamenti che oggi riteniamo indispensabili e di uso quotidiano, come lo “zig-zag” , la navetta oscillante e tutte le migliorie che rendono il lavoro della sarta il più facile possibile.
Se la moda si è evoluta lo dobbiamo a tutti coloro che hanno lavorato “dietro le quinte” della creazione sartoriale.
Marina Mannucci