Tramandare: ovvero l’unione della parola trama, che richiama un intreccio di filati, e dare, ovvero donare, concedere. Tramandare è anche un verbo: trasmettere, raccontare da una generazione all’altra, lasciare un insegnamento.

TRAMAnDARE è il nome che Giusti Tessuti ha voluto dare al suo primo evento: un incontro di donne e di esperienze, un momento per aggregarsi e legarsi insieme, unite da ago e filo.

Un talk in cui ogni racconto è legato all’altro, facilitato dalla mediazione di Annalinda Pasquali che come una moderna Penelope ha tessuto la trama dei discorsi, intrecciando ogni artista all’altra, così come si fa coi fili.

Cucito, ricamo, arte: il 1 giugno da Giusti Tessuti queste attività tradizionali, tramandate dalla sapienza di nonne, zie, in alcuni casi suore (e comunque tutte donne) hanno trovato le loro interpretazioni contemporanee. Si sono riunite giovani donne che di queste arti hanno fatto tesoro e che sono diventate un hobby o un lavoro, ad ogni modo un’arte che le accompagna quotidianamente.

A presentare l’evento le donne della famiglia Giusti: Vittoria in primis, che di Giusti Tessuti è la fondatrice, Marina che ha organizzato la giornata ed Enesia, la nonna, colei che ha dato vita alla tradizione sartoriale di famiglia. Enesia è protagonista dei racconti di cucito di Marina, ha imparato a diventare sarta da piccolina, ha insegnato la sartoria a sua nipote e che ora supervisiona l’insegnamento che Marina tramanda alle sue giovani allieve. Enesia, che non passa una giornata senza ago in mano, ci ha parlato del suo motto di vita fondato sull’importanza delle 3P: passione, pazienza e perseveranza.

Tante sono le storie che si sono dipanate durante il pomeriggio, legate da ago e filo. Elena Ciarrocchi, che ricama col filo d’oro e ha rappresentato per Fendi l’artigianato regionale del ricamo; le donne dell’associazione Viva Vittoria che attraverso il loro circolo di uncinettine hanno realizzato coperte che hanno tappezzato le piazze di tutta Italia finanziando progetti di accoglienza per le donne vittime di violenza; Lavinia Mattia che coi gomitoli di lana crea tappeti di ogni forma e colore, personalizzando i disegni in base alla sua creatività; Meri Mascherpa che ha presentato le sue bambole, create interamente all’uncinetto, simbolo dell’importanza del lavoro manuale per superare momenti difficili.

Orecchini e collane possono essere di tessuto, come nel caso di Chiara Scoccia che crea fiori per adornare i volti e i capelli delle donne che si emozionano, oppure fatti coi semi, come nel caso di Samira Yances che insieme alle donne della sua famiglia e a un gruppo di artigiane sudamericane realizza gioielli a partire dal seme di tagua.

Tra donne si possono creare collaborazioni, sia in studio che online, come nel caso di Elisa Talentino (cucito rock’n’roll) e Giosiana Giuliani (la scattastorie), che hanno unito le loro due realtà (fotografia e cucito) per realizzare foto ricamate del borgo di Anguillara Sabazia, dove vivono e lavorano.

Di cucito si può parlare anche all’università: Rosa Brancaccio, laureanda in lettere presso l’Università Ca’Foscari di Venezia, ha deciso di portare la sua passione in un podcast che parla di cucito, interrogandosi su cosa significhi cucire nel nuovo millennio. Si può fare cucito anche nelle scuole: Fiorenza Rivela, docente di arte presso la scuola Vincenzo Neri di Bologna, ha coinvolto i suoi studenti nell’approfondimento della figura di Maria Lai, artista sarda, e sulla base di questo studio li ha invitati a creare un tappeto, intrecciando fili di colore e consistenze diverse, spingendoli a interrogarsi sull’importanza di creare legami intrecciando il proprio filo con quello degli altri.

In arte figurativa Ermola Mariucci ha scoperto la bellezza del drappeggio nella sua quadrilogia Falso Movimento che rappresenta la delicatezza del tessuto e dell’animo umano.

Tramandare è stato un momento per stare insieme, conoscersi, apprezzare le sfaccettature dell’arte manuale, un’arte relegata troppo spesso alle mura domestiche e chiusa in laboratori silenziosi. Tutte queste donne hanno voluto esserci e fare rumore, sferruzzare, tagliare e cucire, intrecciare i rapporti e far sentire la propria appassionata voce.

Il talk, l’esposizione delle opere artistiche delle oratrici, la mini expo di artiste e artigiane locali, il circolo di uncinetto che si è creato durante l’evento, l’aperitivo biologico: tutto ha contribuito a creare l’atmosfera giusta per riflettere sul ruolo della donna all’interno della società, sulla bellezza di fare rete (o trama) con un focus su ogni testimonianza che, seppur differente, trova punti in comune con quella di ognuna. Ci si è trovate tutte in un circolo operoso e culturale al tempo stesso.

TRAMAnDARE, il primo evento firmato Giusti Tessuti, con buone probabilità vi aspetta il prossimo anno!

Marina M.

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