ORA GIUSTA 21 1024x660 Da soli o in compagnia, cucire è un toccasana per la mente [Racconti d’esperienza]

Iniziare a cucire è ambizioso e forse un po’ complicato. Quel filo sembra troppo grosso per attraversare quel minuscolo buco nell’ago chiamato cruna, il primo punto che proviamo a realizzare non è mai dritto, il primo taglio non è mai preciso.

Poi, col passare del tempo e con tanto esercizio, infilare l’ago diventa un gesto automatico, tracciare i segni col gesso sul tessuto si trasforma in una danza fluida e i punti fatti a mano scorrono con la facilità con cui scorre un fiume in un giorno di pioggia. Ed è in quel momento, quando diventiamo brave a cucire, che la mente inizia a rilassarsi e prendersi il tempo per fluire insieme al lavoro.

Cucire non si identifica solo con l’azione di infilare l’ago, ma nasconde in sé una gestualità che diventa benefica anche per l’anima. Mentre si lavora la testa si alleggerisce, si riescono ad approfondire pensieri intriganti e soprattutto si riesce a sciogliere quei nodi che la vita impone. È un momento in cui i problemi trovano una loro de-consistenza. Ogni preoccupazione svanisce toccando un tessuto di buona foggia o ragionando su un nuovo progetto sartoriale, perché i tempi del cucito sono diversi da quelli della vita, meno frenetici e più dilatati, meno pulsanti ma più intensi. La sartoria è un’arte antica che prevede calma e tempo, concetti che riportano la mente alla sua reale dimensione di rilassatezza.

Quando mia nonna cuce nella sua stanza del cucito, chiamata “la mia sartoria in casa”, si sente in pace con se stessa e solitamente canticchia. L’aria di un’opera lirica, un motivetto recuperato nel cassetto della memoria, una canzone ascoltata all’ultimo Sanremo, tutto ciò di cui ha bisogno è lì tra le mura del suo laboratorio sartoriale in miniatura: ci sono un lavoro da fare, una musica da cantare e una mente libera di esplorare. Nella sua solitudine ha il mondo a portata di mano.

Cucire in compagnia è ancora più stimolante: il silenzio della concentrazione viene annullato dalle parole, si chiacchiera amichevolmente e ci si lascia andare a confidenze. È un modo per approfondire i rapporti e creare legami. Come il filo tiene insieme due pezzi di stoffa, così è l’amicizia che si crea cucendo: due persone legate insieme da un filo conduttore. Attacchi una manica ad un corpino mentre confidi una notizia bella che ti è successa, sfasci l’asola di un cappotto che è venuta male mentre confessi una fragilità, progetti un modello di una gonna mentre racconti di quella volta che. Sono tutti preziosi attimi di conoscenza, nei quali ci si sente liberi di esprimersi in modo creativo e sincero. Quanti rapporti di amicizia iniziati tra le mura di un laboratorio di cucito, solo chi li ha vissuti li può contare e può sapere quanto si facciano solidi pian piano che il lavoro proceda e che un pezzo di seta si trasformi in un abito da cerimonia. Il cucito è un bene in solitaria, ma, citando una celebre frase e parafrasandola, cucire è più bello se condiviso.

 È proprio per questi motivi che cucire non è solo saper rammendare un calzino o creare un capo d’abbigliamento completo: è un atto d’amore che si fa per se stessi e con gli altri.

M.M.

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