Nel binomio 2020/2021 sono state rare le occasioni mondane, quelle in cui sfoggiare un bel vestito o un estroso abbinamento di colori che ci rendeva orgogliosi. Restare in casa spesso ha contribuito a vivere un mood nostalgico che ben si sposava con colori in scala di grigi, giacche di pile e calzettoni. Ora che il 2021 sta volgendo al termine, è ora di abbandonare questo triste atteggiamento ed aprirci a un nuovo anno con rinnovato entusiasmo, per lo meno nel modo di vestirci (e si sa, ciò che indossiamo è spesso specchio del nostro stato d’animo).
Il MUST HAVE di questo autunno è stato sicuramente il cappotto. Il cappotto, capospalla per eccellenza e non plus ultra dell’eleganza, torna nelle nostre vite (per fortuna) già da qualche anno, e lo si preferisce (sempre per fortuna) ai giubbini in nylon per serate fuori e situazioni formali.
Nel 2021/2022 il cappotto vive di colori accesi, senza timori veste le tonalità decise e fredde del viola e del senape. Colori aciduli, forti, dignitosamente notevoli. È un cappotto che si fa notare quello proposto per il prossimo inverno, ed è rigorosamente monocromatico. Viola, appunto, ma soprattutto fucsia è il colore della stagione, rinnovato anche nel nome, che ora è fucsia con la ics all’italiana invece che all’inglese. Cappotti fucsia, maglioncini fucsia, pantaloni fucsia e gonne fucsia. Quello che un tempo fu il colore della Barbie e della femminilità giocosa, oggi è la tinta della persona sicura e determinata che non ha paura di mostrarsi.
Sì, ma con cosa lo abbino? Se questo è l’anno dell’esibizione del colore, non dobbiamo aver paura dell’abbinamento. Il match perfetto di un colore deciso (viola copiativo, bluette, giallo lime, fucsia) non è una tinta sbiadita come potremmo pensare, bensì un’altra tinta forte, spesso scelta tra quelle già elencate: il viola si sposa con il giallo da sempre, quindi perché un viola copiativo non può abbinarsi con un acido giallo lime? Con lo stesso principio il turchese si sposa con l’arancio e il fucsia con il rosso Ferrari. Osare è la parola d’ordine, e rendere abituale una cosa che finora è stata etichettata come bizzarra è la nuova normalità. A ragione (aggiungo io).
