Anche quest’anno a Montappone, il distretto fermano del cappello, è stata organizzata la festa “Il Cappello di paglia”, un’occasione perfetta per visitare mostre e musei inerenti questo accessorio così eclettico e affascinante, espressivo dell’estro e della personalità di ciascuno.
Dai tempi della grande modista Rose Bertin ad oggi, il cappello è sempre stato un accessorio dalle mille funzioni e per ognuna di queste si abbinano specifici materiali e modelli. Pensiamo agli scultorei cappelli di Maria Antonietta, guarniti e appesantiti così tanto da rendere necessario un aiutante al seguito, o al famoso cappello – scarpa di Elsa Schiapparelli, o ancora agli eccentrici cappelli di Philip Treacy: in questi casi il cappello è un accessorio più decorativo che funzionale, senza dubbio distante dal classico cappello di paglia delle mondine.
- Cappelli realizzati da Rose Bertin per Maria Antonietta (foto Google)
- Cappello- Scarpa di Elsa Schiapparelli (foto Google)
- Collezione F/W 2001/2002 di Philip Treacy (foto Google)
Il “Museo del Cappello” di Montappone racchiude in modo suggestivo e originale questi due lati della stessa medaglia.
Si viaggia indietro nel tempo grazie ai macchinari d’epoca e alle spiegazioni inerenti le antiche fasi di lavorazione che portavano alla realizzazione del cappello di paglia: la semina, la mietitura, la capatura, la accerratura, la ‘rcapatura, la gualitura, la sbiancatura, l’intrecciatura, la spurgatura, la lisciatura della treccia, la rammagliatura, la stiratura e formatura, la decorazione e finitura, fino alla vendita.
- Tipici cappelli di paglia delle mondine
- Macchinario utilizzato per la fase della gualitura
- Macchina per la cucitura delle trecce
Ma si guarda anche alla creatività che questo accessorio può tirar fuori non solo dagli esperti del settore ma anche da aziende locali di altro tipo: dai calzaturifici ai panifici, dagli artigiani del merletto a tombolo di Offida ai lavoratori del vetro. Ognuno ha creato un’interpretazione personale del cappello incentrata sulla propria attività: cappelli musicali, cappelli di pasta e cappelli di marmo, difficili da indossare ma bellissimi da vedere!

Collezione speciale “Marche, tanto di cappello” (cappello di pane, cappello in ebano, cappello in ceramica, cappello in merletto)
Su questa idea si basa anche la mostra “Il Cappelaio Pazzo”, incentrata sul personaggio del libro “Alice nel paese delle meraviglie”. La pazzia diventa genialità e creatività e trasforma il cappello in oggetto d’arte. Così cappellai pazzi e artisti provenienti da tutta Italia hanno dato vita a cappelli magici, ironici, che liberano la fantasia e che riscoprono tradizioni, mestieri e l’importanza della memoria.
- “La testa tra le nuvole” Bernadetta Ostani
- “Viaggio tra le nuvole” Marini Silvano
- “Colazione da Tiffany” Complit
- “Yes we can can” Marini Silvano
- “Ciak.. tanto di cappello” Nazareno Cosimi
- “La favola di paglia” Ferruccio Vecchi, “Portare sempre il paese in testa” Marini Silvano
- “La nostalgia della memoria” ICAS
- “Cappello della memoria” Monica Raffaeli
Claudia Mecozzi