Questa rubrica nasce dalla curiosità di mettere piede nelle case di chi ha voglia di arredare secondo il proprio gusto; per scoprire quali sono le priorità e le preferenze di stile, per osservare oggetti insoliti, accostamenti cromatici, personalità…

La prima casa visitata è la Vintage Home, abitata da Matteo e Sheila, neo conviventi con la passione di trovare oggetti rari.

DSC 1575 300x201 Era una casa tanto carina – rubrica di arredamento alla scoperta delle giovani abitazioni. DSC 1573 300x201 Era una casa tanto carina – rubrica di arredamento alla scoperta delle giovani abitazioni.

Le tre pareti d’ingresso dell’open space sono il punto forte che, almeno inizialmente, attira l’attenzione di chi entra. Sono occupate rispettivamente da: una grande libreria colma di romanzi, manuali e oggetti; una serie casuale di cornici di cartine geopolitiche di varie aree del mondo; vecchie pagine di un’enciclopedia britannica ottocentesca disposte ordinatamente a schema 3×3.

“Come mai questa passione per certi tipi di stampe?” “Mi piace girare per mercatini dell’antiquariato e negozi dell’usato; mi piace cercare tra il caos, tra la roba vecchia e abbandonata: è lì che si trovano i pezzi migliori, come quel giradischi” Matteo mi indica un giradischi funzionante trovato da un robivecchi. È uno dei suoi pezzi migliori, insieme al tavolo della cucina che per lui ha un valore affettivo e famigliare.

DSC 1570 Era una casa tanto carina – rubrica di arredamento alla scoperta delle giovani abitazioni.

Sono molti i complementi sui quali soffermarsi, ognuno con una storia affascinante alle spalle. La macchina da scrivere è stato il primo acquisto per la casa, pagata solo 12 euro dieci anni fa in uno dei tanti mercatini visitati da Matteo. La sedia in ecopelle nera è stata trovata per caso, nel garage di un anziano signore in procinto di diventare spazzatura.

DSC 1543 Era una casa tanto carina – rubrica di arredamento alla scoperta delle giovani abitazioni.

Sheila e Matteo amano curare le loro piante

“Mi dedico anche alla falegnameria – mi dice Matteo –  e ho la fortuna di possedere un posto in cui poter lavorare, in cui ogni tanto porto qualche pezzo di legno di recupero e lo trasformo in un tavolino, in uno sgabello o in un comodino”. Tavolino, sgabello e comodino sono infatti creazioni esclusive di Matteo, che quasi a costo zero riesce a riprodurre pezzi di alto design o inventarne di nuovi. L’appendiabiti all’ingresso spunta fuori da un mix di creatività ed emulazione.

“Perché questa volontà di recuperare anziché comprare da nuovo?” “Per vari motivi. Perché mi diverto ad aggiustare gli oggetti, per il prezzo a volte conveniente, per un mio capriccio, perché amo il vintage”.

Sheila, appassionata di fotografia, ha contribuito all’arredo con le sue fototessere e polaroid, ritratti di loro due in viaggio, paesaggi, oggetti. Le ha appese a mo’ di bucato, inquadrate da una cornice vuota, come a voler far respirare quei ricordi immortalati.

“Visto che sei entrata in questa casa quando era ormai arredata, c’è qualcosa che cambieresti o che non prenderesti mai usato?” “Bè – mi risponde Sheila dopo averci pensato un po’ – forse il materasso”. “No – si intromette Matteo – è usato anche quello!” Ci ridiamo su, e dopo un caffè e un po’ di frutta di campagna apro la porta per andarmene, certa che la casa continuerà ad acquisire altri pezzi unici d’arredo.

Marina Mannucci

 

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