“Dolcissimi fantasmi siedono cauti e severi tra queste geometriche magie”
Giorgio De Chirico 1918
Ferrara, vista con gli occhi di De Chirico sarà apprezzabile fino al 28 febbraio a Palazzo dei Diamanti.
La mostra si snoda in varie stanze, offrendo la possibilità di godere di moltissimi capolavori dell’indiscusso artista italiano; un percorso in cui il nome sontuoso di De Chirico viene associato ad artisti di calibro altrettanto grandioso: Magritte, Carrà, Max Ernst.
Alle prime rappresentazioni della città di Ferrara si sussegue una sfilza di composizioni metafisiche, parallelepipedi multicolore, forme intricate in cui ogni spazio vuoto si riempie e i colori si accendono di quelle tinte blu, bordeaux e marrone identificative delle sue opere. Il linguaggio spoglio e geometrico porta a valorizzare ciò che solitamente consideriamo inutile: le assicelle di legno e le piccole cornici possono risultare oggetti di poco conto, ma per De Chirico erano sufficienti per costruire l’opera perfetta.
Il reale e l’irreale cozzano tra loro e rivelano l’illogicità del mondo quando De Chirico dipinge Interno metafisico (1917) in cui ci mostra quanto ciò che deve essere finto sembri reale (il quadro nel quadro) e quanto ciò che è vero (l’ambiente esterno) è puro e indiscutibile enigma.
Tutto sommato il circuito espositivo è vasto e abbastanza completo, anche se non organizzato né in maniera cronologica né in blocchi tematici.
Non ci sono aneddoti, né dettagliate descrizioni di avvenimenti particolari della sua vita. Terminata la visione della mostra, sappiamo di De Chirico meno di quanto ne sapremmo dopo una rapida incursione in wikipedia.
Sono interessantissime le cartoline scritte da De Chirico, facilmente leggibili da una teca, in una splendida calligrafia d’altri tempi, che lasciano immaginare un uomo in viaggio “Giovedì, sono di ritorno da Milano e sono stanco dal viaggio”, un uomo con frequentazioni ammirevoli, con amici come Carrà e ispirazioni artistiche come Magritte.
Mancano però gli approfondimenti: sono presenti citazioni e parallelismi con altri artisti del suo livello, senza però entrare nei dettagli, senza dare la possibilità al fruitore di capire di più. D’altronde, ogni momento è buono per un approfondimento, e fortunatamente possediamo di mezzi che ce lo permettono, e poi, usando parole di De Chirico “Siamo esploratori pronti per nuove partenze”.
Marina Mannucci