Questo mese parlerò di un tessuto tanto pregiato quanto insidioso: il lino.

La fibra del lino è composta da cellulosa ed è contenuta nella corteccia della pianta, si estrae mediante macerazione in acqua e conseguente maciullatura. Essendo una fibra rigida, il suo aspetto è comunemente detto “grezzo” e il tessuto ottenuto dopo la filatura risulta stropicciato.

Non esistono molte tipologie differenti di lino, ma a seconda dello spessore della fibra e della lavorazione il tessuto trova impiego in diversi ambiti.

 Il Lino

  • Per la biancheria della casa si usano i filati più sottili: lenzuola e asciugamani di lino, oltre ad essere molto pregiati, risultano delicati a contatto con la pelle. Per questo motivo vengono spesso preferiti agli asciugamani di spugna o alle lenzuola di cotone.

 

  • I filati di medio spessore sono usati nell’abbigliamento. Abitini corti, camicioni maschili e pantaloni morbidi sono i capi che si prestano maggiormente all’utilizzo del lino e con i quali si affronta meglio la calura estiva. Un completo casacca e pantaloni color avana ricorda lo stile arabeggiante, è adatto ai climi caldi perché risulta fresco.

 

  • Il lino più spesso, a trama fitta e nodosa, si impiega nell’arredamento. Cuscini, tende, tovaglie: grezzo o ricamato, la raffinatezza di un arredo in lino è impagabile. Negli ultimi tempi la tendenza al country-chic ha fatto apprezzare la “tela medievale” – il lino più spesso e di color naturale – anche nella realizzazione di bomboniere da cerimonia.

Se finora si sono detti i pregi, l’aspetto insidioso di cui accennavo all’inizio è dovuto alla tendenza del tessuto a sgualcire facilmente. Molti lo bollano come difetto, ma, purtroppo o per fortuna, è proprio questa la bellezza del lino. Ci si deve armare di pazienza e un buon ferro da stiro.

Vittoria Giusti

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